Il CdM approva il Documento di economia e finanza 2023

Studio SalvettaArchivio, Fiscal Focus

Ieri, 11 aprile 2023, il Consiglio dei ministri a guida Giorgia Meloni ha approvato il suo primo Documento di Economia e Finanza (Def) per il triennio 2024-2026.

Stante le prime anticipazioni, l’esecutivo punta a crescita e lavoro, mediante interventi volti al taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi. Si tratta di un provvedimento da oltre 3 miliardi di euro, che sarà possibile attuare basandosi sull’assunto che il deficit (attualmente pari a 4,5%) si mantenga costante. L’intento è quello di sostenere il potere di acquisto delle famiglie e moderare la crescita dei salari, al fine di evitare che venga a crearsi una pericolosa spirale di aumento dei salari, cui corrisponda l’aumento dei prezzi, e così via.

Si punta altresì sullo spirito imprenditoriale, che Giorgetti ha definito motore di sviluppo economico. Il lavoro assurge a espressione essenziale dell’essere persona. La strada tracciata, sempre nelle parole di Giorgetti diffuse a mezzo stampa, delinea un quadro che vede, per quanto riguarda gli aspetti sociali, la tutela della natalità e delle famiglie.

Tale obiettivo sarà perseguito tramite la riforma fiscale, che andrà a privilegiare i nuclei numerosi. Per quanto riguarda, invece, l’economia nel suo insieme, si punta ad un aumento dell’occupazione e del Pil, puntando su innovazione, transazione ecologica e digitale. Nelle previsioni, anche la riduzione della pressione fiscale, che dovrebbe passare dal 43,3 nel 2023 al 42,7% entro il 2026.

Sempre a mezzo stampa sono emerse le principali indicazioni contenute nel Def in ordine al delicato rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo. Nel 2022 il rapporto debito/Pil è stato pari al 144,4%, con una diminuzione di 1,3 punti percentuali rispetto alle previsioni effettuate lo scorso novembre. Il trend positivo dovrebbe proseguire negli anni a venire, in modo tale da far scendere il summenzionato rapporto al 140,4% nel 2026.

Per quanto riguarda la crescita attesa del PIL nel 2023, la previsione si assesta su un 0,9%.

Intanto, proseguono le interlocuzioni con l’Europa al fine di ottenere la terza rata del Pnrr, obiettivo che comporterà la revisione di alcuni degli interventi previsti.

Nel corso del medesimo Consiglio dei ministri è stato altresì approvato un ddl che punta a favorire le quotazioni in Borsa. L’intervento consiste in un alleggerimento del Testo Unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, con l’eliminazione dei riferimenti ad alcuni regolamenti Consob. La previsione di maggioranza rafforzata dei 2/3, prevista dal Codice civile per gli aumenti di capitale, viene “congelata” fino al 30 aprile 2025. Basterà che in assemblea sia rappresentata almeno la metà del capitale sociale, esclusi i casi del diritto di opzione fino al 20% del capitale. Infine, si alza la soglia per le pmi quotate, da 500 milioni ad un miliardo.

Ulteriormente, sempre nel corso del medesimo Consiglio, sono state assunte due decisioni dai tratti “emergenziali”: la dichiarazione dello stato di emergenza, per sei mesi, in merito ai flussi migratori, aumentati del 300%. A tal proposito sono stati stanziati 5 milioni di euro, al fine di porre in essere primi interventi di emergenza, nella consapevolezza che la problematica potrà essere affrontata in modo organico solo in sede europea. Inoltre, sono state assunte misure straordinarie contro il dilagante fenomeno dell’eco-vandalismo contro monumenti, sedi istituzionali ed oggetti d’arte in genere. Introdotta una sanzione amministrativa, immediatamente applicabile (che si aggiunge all’eventuale risarcimento stabilito in sede giudiziaria) da 20 a 60 mila euro a carico di chi distrugge, deteriora o rende inservibili beni culturali e paesaggistici. Da 10 a 40 mila euro la sanzione nel caso in cui a seguito di imbrattamento tali beni divengano incompatibili con il loro carattere storico o artistico.