Cessioni del credito: Poste Italiane chiude i battenti

Studio SalvettaArchivio, Fiscal Focus

Poste Italiane sospende il servizio di cessione del credito. Con una stringata comunicazione l’ammiraglia di Cassa Depositi e Prestiti rende pubblico che il servizio di acquisizione dei crediti d’imposta ai sensi dell’articolo 121 del Decreto Legge 19 maggio 2020 n.34, convertito con modificazioni nella Legge 17 luglio 2020 n.77 e s.m.i., è stato sospeso per l’apertura di nuove pratiche. Per ora è assicurata, esclusivamente, la lavorazione delle istruttorie già in lavorazione e il caricamento dei documenti necessari per la verifica dei crediti proposti in cessione.

Qui gatta ci cova. Poste Italiane, ultimo baluardo per l’attualizzazione delle detrazioni fiscali in campo edilizio, getta la spugna senza dare spiegazioni. Probabilmente la raffica di sentenze del 28 ottobre 2022, nn. 40866, 40867 e 40869, pronunciate dalla Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione, hanno determinato l’inevitabile. La chiusura di tutti i canali dedicati alla cessione dei crediti d’imposta, anche da parte di chi agiva nell’interesse dello Stato.

Con le citate decisioni, all’esito di un’articolata interpretazione normativa, la Corte di Cassazione ha scisso la possibilità di sequestro impeditivo di cui all’articolo 321, comma 1, del codice di procedura penale dal concorso in violazione e, quindi, dall’effettiva responsabilità del cessionario.
Secondo la Suprema Corte il citato vincolo impeditivo implica solamente l’esistenza di un collegamento fra il reato e la cosa, potendo essere oggetto del provvedimento di sequestro preventivo anche le cose di proprietà di un terzo, estraneo all’illecito e, per di più, in buona fede. Lungi dal rappresentare un fenomeno novativo, e nonostante tutta la diligenza del caso, secondo le predette sentenze i destini del beneficiario e del suo cessionario sono legati a doppio filo.

A nulla sono servite le recenti modifiche introdotte in sede di conversione del decreto Aiuti-bis che, all’acquisizione del visto di conformità, attestazioni e asseverazioni, limitavano la responsabilità del cessionario alle sole ipotesi di dolo o colpa grave. Di pari inutili i chiarimenti forniti dall’Amministrazione Finanziaria in tema di responsabilità in solido in presenza di concorso in violazioni contenute nella Circolare n. 33/E del 2022. Obiettivamente chi, fra gli operatori del mercato dei crediti d’imposta, acquisterebbe un credito conscio di perderlo per strada a causa del sequestro impeditivo?

Con ogni probabilità l’impossibilità del cessionario in buona fede di utilizzare i crediti d’imposta acquistati ha convinto Poste Italiane a compiere un passo indietro. L’impegno profuso nella verifica dei crediti d’imposta, infatti, potrebbe non risultare sufficiente per fronteggiare il rischio del successivo sequestro impeditivo, possibile in ogni caso di reato. Scelta legittima, se almeno il braccio operativo dello Stato avesse comunicato chiaramente le proprie reali intenzioni.

Nel frattempo, paradossalmente, il sottosegretario al ministero dell’ Economia, Federico Freni, annuncia nuove misure per lo sblocco del mercato del credito, come l’aggiornamento delle percentuali previsto per il prossimo anno e l’apertura verso le abitazioni principali. Troppo poco, soprattutto considerando l’entità dei lavori agevolati eseguiti nel corso degli ultimi mesi che dovranno trovare uno sbocco sul mercato.
Dal consueto report mensile pubblicato da Enea le spese agevolate hanno raggiunto quota 55 miliardi e non si ravvede, sinceramente, modo di accoglierle.