La categoria unita nella proroga dei versamenti

Studio SalvettaArchivio, Fiscal Focus

Come spesso è accaduto in passato, il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che dovrebbe prorogare i termini di versamento delle imposte sui redditi, dell’Irap e dell’Iva in scadenza al 30 giugno 2022 giace ancora sul tavolo del Governo. A fronte di una proroga data per certa, già da alcuni giorni, dagli ambienti ministeriali si continua a fare melina.

Con ogni probabilità l’ufficialità del differimento arriverà quando i termini ordinari di versamento saranno ormai agli sgoccioli, una cattiva abitudine che svilisce lo stesso provvedimento che dovrebbe disporre la proroga. Questo è il sentore comune di un intera categoria che, da più parti, afferma la necessità di una rivisitazione dei termini di versamento, sia in senso generale, che nel particolare momento di difficoltà attraversato dall’ordinamento tributario. In questo senso tornano unite le principali associazioni sindacali di categoria (ASC, AIDC, ANC, ANDOC, FIDDOC, UNAGRACO, SIC, UNGDCEC, UNICO), le quali, con un comunica congiunto, vanno alla carica del Governo e sollecitano, come ufficialmente richiesto dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, un fattivo intervento da parte del MEF e dell’Agenzia delle Entrate finalizzato all’emanazione del provvedimento di rinvio delle scadenze di fine mese. Per le associazione, infatti, “si sono registrate difficoltà operative che hanno determinato dei ritardi, le cui conseguenze hanno interessato anche il lavoro delle software house e condizionato l’operatività degli stessi studi professionali: dalle modifiche degli ISA approvate solo a fine aprile alla possibilità per gli studi di richiedere i dati relativi alle precalcolate Isa 2022 solo dallo scorso 4 maggio, dal ritardo con il quale sono state rese disponibili le dichiarazioni precompilate (23 maggio anziché dal 30 aprile) alla possibilità per contribuenti di accettare o modificare la precompilata solo a partire dal 31 maggio”.

Parole che fanno eco con il nuovo comunicato stampa del Consiglio Nazionale con il quale il Presidente Elbano de Nuccio comunica a tutta la categoria di aver ribadito, in un incontro avuto ieri presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, le ragioni della richiesta di proroga avanzata ormai da settimane. Un comunicato breve, ma deciso. “Abbiamo piena consapevolezza – prosegue de Nuccio – del momento delicato che il Paese sta attraversando a causa delle difficoltà del quadro economico indotte prima dall’emergenza pandemica e ora da quella legata al conflitto in Ucraina. Apprezziamo anche lo sforzo che l’esecutivo sta mettendo in campo per calmierare i prezzi dell’energia, provando così ad alleviare, per quanto possibile, le difficoltà di imprese e cittadini. In questo scenario, consentire il pagamento senza la maggiorazione dello 0.40% fino al 20 luglio, potrebbe paradossalmente produrre entro quella data un maggior gettito per le casse dell’erario, oltre a consentire ai contribuenti e ai commercialisti che li assistono di effettuare gli adempimenti senza affanni e con la dovuta diligenza professionale, nell’ottica di favorire la compliance e razionalizzare il calendario fiscale”.

Nel frattempo di conoscere la volontà del Governo, che lesina perfino sulla pubblicazione di un comunicato stampa che potrebbe calmare gli animi, in attesa del DPCM, il 30 giugno 2022 i contribuenti sono chiamati alla cassa del saldo dovuto con riferimento alla dichiarazione dei redditi ed a quella dell’imposta regionale sulle attività produttive da parte delle persone fisiche, e delle società o associazioni di cui all’articolo 5 del TUIR, nonché al versamento del primo acconto. Entro lo stesso termine sono chiamati al versamento le persone giuridiche il cui bilancio sia stato approvato nel termine ordinario. Solo per le società che abbiano approvato il bilancio oltre il termine di quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio sarà possibile il versamento entro l’ultimo giorno del mese successivo a quello di approvazione del bilancio medesimo. In questo caso, tuttavia, se il bilancio non è approvato entro 180 giorni dal termine dell’esercizio, il versamento è comunque effettuato entro l’ultimo giorno del mese successivo.

In entrambi i casi i versamenti potranno essere effettuati entro il trentesimo giorno successivo ai predetti termini, maggiorando le somme da versare dello 0,40 per cento a titolo di interesse corrispettivo. Per il 2022 questo significa lo slittamento del secondo appuntamento con il versamento delle imposte al 22 agosto 2022 in ragione delle disposizioni di cui all’articolo 37, comma 11-bis, del Decreto Legge 4 luglio 2006, n. 223, secondo le quali gli adempimenti fiscali e il versamento delle somme di cui agli articoli 17 e 20, comma 4, del Decreto Legislativo 9 luglio 1997, n. 241, che hanno scadenza dal 1º al 20 agosto di ogni anno, possono essere effettuati entro il giorno 20 dello stesso mese, senza alcuna maggiorazione, e complice la scadenza in giorno festivo. Il 30 luglio cade di sabato, come il successivo 20 agosto. Per i titolari di partita iva tale combinazione, tuttavia, comporterà al 22 agosto 2022 la scadenza di due rate di pari importo.