Manovra, arrivano le proroghe annunciate. Salta, invece, la norma sul POS

Studio SalvettaArchivio, Fiscal Focus

Nella corsa verso l’approvazione della legge di bilancio arriva il maxiemendamento del governo. Come da previsioni viene dedicato un ampio spazio alle proroghe delle principali agevolazioni in scadenza, le stesse la cui mancanza nel disegno di legge aveva destato particolare perplessità. Novità, ma di rilievo minore, in tema criptovalute e l’introduzione di un’agevolazione su acquisto case green. Altre, soprattutto in tema di Superbonus, dovrebbero arrivare.

Nella proposta dell’esecutivo il Bonus-sud di cui all’articolo 1, comma 98 e seguenti, della Legge 28 dicembre 2015, n. 208, viene esteso fino a tutto il 2023. La proroga dell’agevolazione, attualmente in scadenza il 31 dicembre 2022, si è resa possibile attingendo alle risorse destinate al Fondo per lo sviluppo e la coesione per il periodo di programmazione 2021-2027.

Nel solco tracciato, l’emendamento governativo contiene anche la proroga fino al 31 dicembre 2023 del medesimo incentivo, correlato tuttavia agli investimenti effettuati nelle Zone Economiche Speciali. L’articolo 5, comma 2, del Decreto Legge 20 giugno 2017, n. 91, convertito con modificazioni dalla L. 3 agosto 2017, n. 123, estende i benefici del bonus sud agli investimenti effettuati nelle ZES, per i quali il credito d’imposta è commisurato al costo complessivo dei beni acquistati. In quest’ultimo caso il credito di imposta è esteso all’acquisto di terreni e all’acquisizione, alla realizzazione ovvero all’ampliamento di immobili strumentali agli investimenti.

In tema di agevolazioni, infine, la proposta dell’esecutivo reca la proroga delle maggiorazioni previste dall’articolo 1, comma 185, della Legge 30 dicembre 2020, n. 178 in tema di credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo in favore delle imprese localizzate nelle regioni del Mezzogiorno. Se l’integrazione dovesse arrivare in porto, anche per l’esercizio 2023 per gli investimenti in ricerca e sviluppo delle imprese operanti nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia troveranno applicazioni le diverse aliquote: del 25 per cento per le grandi imprese, che occupano almeno duecentocinquanta persone e il cui fatturato annuo è almeno pari a 50 milioni di euro oppure il cui totale di bilancio è almeno pari a 43 milioni di euro; del 35 per cento per le medie imprese, che occupano almeno cinquanta persone e realizzano un fatturato annuo di almeno 10 milioni di euro; del 45 per cento per le piccole imprese, che occupano meno di cinquanta persone e realizzano un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiori a 10 milioni di euro.

In materia di stralcio dei ruoli, oltre il posticipo dei suoi effetti al 31 marzo 2023 (prima era il 31 gennaio 2023), viene proposta un’applicazione differenziata della definizione a seconda del titolare del carico debitorio. L’annullamento del complessivo carico di importo inferiore a 1.000 euro, da intendersi comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni, avverrà esclusivamente per i carichi affidati nel periodo 2000-2015 dalle amministrazioni statali, dalle agenzie fiscali e dagli enti pubblici previdenziali (in questo senso nulla cambierà rispetto alla prima versione contenuta nel disegno di legge). Per tutti gli altri carichi, secondo l’emendamento, l’annullamento sarà solo parziale, ovvero limitato alle somme dovute a tutolo di interessi per ritardata iscrizione a ruolo, sanzioni e interessi di mora. Per gli enti diversi dalle amministrazioni statali, dalle agenzie fiscali e dagli enti pubblici previdenziali resterà dovuto il capitale e tutte le somme maturate a titolo di rimborso delle spese per le procedure esecutive e di notificazione delle cartelle di pagamento, che resteranno interamente dovute. Infine, per quanto concerne le sanzioni irrogate per violazioni del Codice della strada, nonchè relativamente alle altre sanzioni amministrative diverse da quelle irrogate per violazioni tributarie o per violazione degli obblighi relativi ai contributi e ai premi dovuti agli enti previdenziali, l’annullamento sarà limitato agli interessi, comunque denominati, e non interesserà le sanzioni e tutte le somme relative alle procedure esecutive e di notificazione.

Nella volontà del governo, probabilmente indotta dal giudizio negativo espresso dalla Commissione Europea, vi è l’accantonamento della norma sui limiti all’utilizzo del Pos. Se il dietrofront dovesse essere effettivo, l’obbligo di accettare i pagamenti in formato elettronico resterà fissato a 30 euro, come prevede la disposizione in vigore. Nessuna modifica, invece, in materia di limiti all’utilizzo del denaro contante, il cui limite è stato innalzato a 5.000 euro a decorrere dal nuovo anno. Fra gli emendamenti ancora da svelare, inoltre, la proroga al 31 dicembre 2022 del termine entro cui presentare la Cilas per agganciare il Superbonus in versione 110%. La disposizione, già proposta in sede di conversione del Decreto Aiuti-quater, dovrebbe trovare spazio in manovra.