Redditi: sempre meno speranze per il rinvio al 21 agosto

Studio SalvettaArchivio, Fiscal Focus

Mentre i giorni passano implacabili, e la dead line del 31 luglio 2023 si avvicina inesorabilmente, si affievoliscono sempre di più le speranze in ordine ad una possibile proroga dei termini al 21 agosto (il 20 agosto è domenica) per quanto riguarda il versamento delle imposte e dei contributi scaturenti dal modello Redditi.

La questione si trascina ormai da tempo, vedendo contrapposti da una parte gli operatori di settore, oberati di adempimenti, e dall’altra parte il MEF che, anche sulla scorta delle indicazioni fornite dalla Ragioneria di Stato, continua a mantenere il punto.

La problematica è stata nuovamente ripresa in sede di question time in Commissione VI Finanze (n. 5-01138) in risposta agli On. Fenu ed altri, che hanno sollecitato un’iniziativa volta a prorogare il termine di versamento del saldo delle imposte al 21 agosto, con maggiorazione dello 0,4% calcolato su base giornaliera.

La risposta fornita dal MEF pare un perfetto esercizio di ‘equilibrio tra il dire e non dire’, che non cambia il risultato finale: le possibilità che quest’anno si possa versare entro il 21 agosto (a titolo di seconda scadenza, con maggiorazione dello 0,4%, ed esclusivamente a favore dei “soggetti ISA”) appare sempre più remota.

Fin qui, purtroppo, nulla di nuovo, ma la risposta fornita al question time merita comunque attenzione, e fa riflettere.

Si tratta di una risposta sintetica, e in gran parte basata su una motivazione che, oggettivamente, lascia quanto meno sconcertati, e che potremmo riassumere in un “nulla è cambiato rispetto al passato”.

In premessa viene ricordato che con l’articolo 4 della Legge 51/2023 il termine per i versamenti relativi alle imposte sui redditi, IRAP e IVA sono stati posticipati dalla scadenza ordinaria del 30 giugno al 20 luglio per i soggetti ISA, stabilendo altresì per i medesimi soggetti il termine del 31 luglio per il pagamento delle somme dovute con maggiorazione dello 0,4% su base giornaliera.

A sorprendere sono le considerazioni riportate nel seguito, che hanno il sapore di un voler giustificare il fatto che oltre il 31 luglio quest’anno proprio non si possa andare. Viene argomentato che nel 2022 i termini non erano stati differiti, e che il fatto che sia stato possibile versare entro il 22 agosto altro non è stato che l’effetto di una coincidenza di date, perché il 30 e 31 luglio cadevano di sabato e domenica, e poi era intervenuta la pausa estiva fino al 20 agosto, con termine ulteriormente slittato al 22 agosto, nuovamente in ragione di giornate festive.

Per carità, tutto vero: l’anno scorso non vi è stato bisogno di un provvedimento normativo “ad hoc” finalizzato a far slittare le scadenze ad agosto, proprio in ragione del calendario favorevole. Tuttavia, è impossibile non domandarsi la ragione di questo richiamo al recente passato, e l’unica motivazione che ci viene in mente è che la sua finalità sia quella di fornire, quale risposta al mancato rinvio, la giustificazione che in fin dei conti nulla si chiede di più rispetto agli anni precedenti.

Peccato che il pagamento ad agosto, in seconda scadenza, sia ormai consuetudine per i soggetti ISA (e prima Studi di Settore) da oltre un decennio, e non certo il frutto di una curiosa “congiunzione astrale” che ha riguardato solo l’anno scorso.

Un’argomentazione quindi irricevibile, per quanto qui di interesse, così come non aiuta il passaggio successivo, nel quale viene ricordato che le informazioni desumibili dai versamenti in esame sono di fondamentale importanza per la tempestiva predisposizione delle previsioni delle entrate tributarie ai fini della NADEF, che il Governo presenterà nel mese di settembre. Anche in questo caso, infatti, viene da domandarsi dove sia il problema nel concedere altri 20 giorni, come sempre accaduto per anni ed anni.

Nessun richiamo, invece, alle problematiche di copertura sollevate dalla Ragioneria di Stato, uniche motivazioni che potrebbero essere comprensibili, ma al tempo stesso oltremodo preoccupanti nel merito. Starebbe infatti a significare che lo Stato non può permettersi pochi giorni di dilazione, finalizzati non certo a concedere uno slittamento imprevedibile, bensì a confermare quello che, nei fatti, è un calendario consolidato da anni.

Sta di fatto che il rinvio appare sempre più improbabile, per quanto Marco Cuchel, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Commercialisti (ANC), che un grande impegno ha profuso nella richiesta della proroga, ancora auspichi un cambio di rotta: “La risposta fornita in sede di question time ci lascia perplessi. Tuttavia, voglio ancora credere che ci siano margini per valutare nei prossimi giorni la proroga al 20 agosto, che è indispensabile alla luce delle innumerevoli e documentate motivazioni che abbiamo addotto in tutte le opportune sedi ed in ragione delle quali confidiamo ancora in un ripensamento da parte del Governo”.

Ripensamento che – a parere di chi scrive – se interverrà, sarà probabilmente “postumo”, e come tale dal sapore amaro come non mai.