Resteranno irrimediabilmente delusi coloro i quali speravano ancora in una proroga dei termini previsti dall’articolo 1, comma 24, del DL n. 73 del 2021. Medesimo discorso per la riscossione: mentre si profila un ingorgo di versamenti senza eguali, ad oggi ancora nessuna novità ufficiale in merito all’allungamento del periodo di sospensione delle attività di riscossione, alla proroga dei termini di versamento delle somme dovute nell’ambito della Rottamazione-ter e del Saldo e stralcio ed alle nuove procedure di definizione agevolata.
Affinché sia possibile partecipare al contributo a fondo perduto perequativo, la dichiarazione dei redditi relativa al periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2020 dovrà essere trasmessa all’Amministrazione Finanziaria entro il 30 settembre 2021. A ben 23 giorni dalla pubblicazione del Comunicato Stampa n. 172 del 6 settembre 2021 con il quale veniva anticipata l’approvazione di un apposito DPCM avente ad oggetto il differimento del termine di trasmissione al 30 settembre 2021, pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale Serie Generale 233.
Come rilevato su queste stesse pagine (CFP perequativo: la dichiarazione dei redditi non è che la prima fase), il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri emanato ai sensi dell’articolo 12, comma 5, del Decreto Legislativo n. 241 del 1997, era diventato un caso al quale nessuno sapeva rispondere. Passato l’effetto annuncio, infatti, il DPCM sembrava avere smarrito la strada che avrebbe dovuto condurlo in Gazzetta Ufficiale. Dall’iniziale annuncio del Ministro dell’Economia e delle Finanze, infatti, il testo del DPCM era rimasto segregato nelle stanze ministeriali, in tutti i sensi, restando fino a ieri sera ignoto agli operatori del settore. Ed è proprio mentre ci si interrogava su un possibile ulteriore differimento del termine previsto per la trasmissione della dichiarazione dei redditi funzionale all’ottenimento del contributo a fondo perduto, come se il ritardo nella pubblicazione ne potesse costituire un indizio, il DPCM in oggetto è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale di ieri.
Due righe che spengono inevitabilmente ogni speranza dei ritardatari. Restano ancora poche ore per presentare la dichiarazione dei redditi funzionale alla richiesta del contributo a fondo perduto perequativo. Uno sforzo che potrebbe rivelarsi inutile. Quello in commento, infatti, rappresenta un adempimento al buio, perché espletato senza conoscere se la perdita di risultato economico possa, alla luce di quanto verrà stabilito e dei contributi già percepiti, dare diritto all’ultimo contributo a fondo perduto previsto dalla normativa di emergenza.
Speranze, altrettanto vane, anche per chi attendeva novità in materia di riscossione. Dalla conferenza stampa tenuta dal Presidente del Consiglio Mario Draghi non sono trapelate novità sostanziali. Salvo colpi di scena, pertanto, entro oggi bisognerà recuperare le rate necessarie ad evitare la decadenza dei piani di rateazione (decadenza prevista con il mancato pagamento di 10 rate, anche non consecutive). Sempre entro oggi (entro il 5 di ottobre se si considera il periodo di tolleranza previsto dall’articolo 3, comma 14, del DL n. 119 del 2018) bisognerà versare le rate della Rottamazione-ter e del Saldo e stralcio originariamente in scadenza al 31 luglio 2020.
Solo lontani i tempi in cui il Governo aveva assunto l’impegno a trovare una soluzione condivisa e sostenibile in materia di riscossione (Dalla Camera dei Deputati l’impegno del Governo ad evitare la catastrofe annunciata). L’esecutivo, in particolare, si era impegnato espressamente a valutare, per tempo, l’opportunità di elaborare un piano straordinario finalizzato alla proroga dei termini delle notifiche delle cartelle esattoriali riferite al periodo emergenziale, nonché una nuova disciplina della riscossione dei debiti iscritti a ruolo, anche attraverso meccanismi deflativi del contenzioso tributario e sistemi di definizione agevolata delle liti pendenti. Di tutto questo, ad oggi, non è rimasto nulla. Un annuncio caduto nel vuoto.